VERSO UN'ECONOMIA DI GUERRA. CON L'INFLAZIONE TREMANO LE PENSIONI!

Gli effetti economici della guerra russa in Ucraina sono stati analizzati venerdì 22 aprile a Fossano (Sala Barbero nel Castello degli Acaja) in un convegno organizzato dai Pensionati Cisl cuneesi.


La guerra in Ucraina vista dal punto di vista degli effetti economici. I pensionati Cisl cuneesi hanno organizzato venerdì 22 aprile al Castello degli Acaja a Fossano un secondo convegno dedicato alle conseguenze delle guerra. Il 1° aprile con Franco Chittolina e Domenico Quirico si erano analizzati gli aspetti umanitari e geopolitici, ieri a Fossano la lente è stata posta sugli effetti economici per il nostro territorio e si cercato di approfondire le scelte di politica energetica che si devono compiere nei prossimi mesi per rilanciare il paese e liberarlo da quella dipendenza che oggi ci lega alla Russia e domani rischia di comprometterci con altri paesi a dubbia democraticità.
Una bella mattinata di dibattito con tanti spunti di riflessione. La giornata è stata aperta dal segretario generale dei Pensionati Cisl cuneesi Matteo Galleano che prima di lasciare la parola agli ospiti ha inquadrato il senso dell'iniziativa focalizzando la riflessione sulle scelte energetiche di un Paese, il nostro, che troppo spesso ha agito senza logica. Poi, è stato il giornalista di Repubblica Stefano Parola ad approfondire gli effetti della guerra per il nostro territorio. “I rincaro delle materie prime in particolare i beni energetici sta determinando una spirale che a breve avvertiremo anche sugli scaffali dei supermercati, la filiera ha già scontato questi aumenti ora arrivano al consumatore finale”. Intanto ci sono già famiglie che non riescono a fare fronte alle bollette di luce e gas. Una situazione da economia di guerra. Prosegue Parola “Ci sono già indicazioni in tal senso: il taglio delle accise sulla benzina di fatto è un provvedimento che in condizioni normali mai si sarebbe fatto. Però è molto importante anche in questo contesto che i provvedimenti siano improntati all’equità sociale. Il taglio dell’Iva ad esempio non guarda i redditi ma coinvolge tutti garantendo maggiori benefici a chi magari ne avrebbe meno bisogno”. Alberto Poggio ricercatore del Politecnico di Torino analizza la condizione energetica del nostro Paese: “Scontiamo ritardi enormi e visioni miopi in termini di politica energetica. Oggi serve scommettere senza esitare sulle rinnovabili che valgono meno del 20% del fabbisogno italiano di energia. Più dell’80% è ancora legato ai combustibili fossili e quasi tutto importato dall’estero. Fotovoltaico, eolico, biomasse, geotermico, il futuro dev’essere lì. Speriamo che la guerra ci obblighi ad una svolta che peraltro è già obbligata. Entro il 2030 dobbiamo ridurre le emissioni di Co2 del 55% entro il 2050 in Europa non ci dovrà più essere energia prodotta da combustibili fossili”. Per Tommaso Gamaleri, responsabile servizi della Cooperativa ènostra (che produce e vende energia da fonti rinnovabili per i propri soci che sono circa 8mila) “si deve superare la logica di mercato. Il modello attuale va ripensato. Per noi, produttore e consumatore coincidono. Le scelte di politica energetica degli ultimi 30 anni hanno mostrato tutte le loro fragilità e ci stanno presentando il conto”. A chiudere i lavori, il segretario regionale dei Pensionati Cisl, Francescantonio Guidotti: “Giornata ricca di stimoli che vede i pensionati in prima linea a dibattere di un futuro sostenibile. I riflessi di questa guerra avranno effetti anche sul Pnrr e ci auguriamo possano accelerare processi avviati per una effettiva transizione energetica che sia premessa ad uno sviluppo sostenibile a misura di persona, giovani ed anziani”.






  
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