GRANDI BANCHE E PICCOLI RISPARMIATORI: IL BINOMIO NON FUNZIONA PIÙ!

Quello che sta accadendo con la fusione per incorporazione di Ubi in Intesa San Paolo segna l'inizio di un percorso già tracciato. I servizi allo sportello non sono più un business. Ai piccoli, se tecnologicamente preparati, resta l'home banking.


Le grandi banche ed i piccoli risparmiatori. La fusione per incorporazione di Ubi Banca in Intesa San Paolo ha evidenziato come la direzione seguita dai grandi colossi del credito sia opposta rispetto agli interessi di famiglie e piccoli risparmiatori. La cosiddetta clientela retail non rappresenta un business sufficientemente interessante per questi colossi. Aziende con bilanci enormi e con la spada di Damocle della quotazione in Borsa e dunque con il rischio di essere scalati dal altri grandi gruppi vivono costantemente con la necessità di incrementare i profitti rispetto alla concorrenza e dunque rincorrono marginalità che la piccola clientela con portafogli limitati e poca operatività (accredito stipendio o pensione e domiciliazione delle utenze) non è utile al fine. Con buona pace per tanti pensionati e lavoratori con le loro famiglie, la vecchia banca del territorio non esiste più. La Crc (Cassa di Risparmio di Cuneo) poi Bre e poi Ubi oggi con il passaggio a Intesa dimentica le origini e corre veloce verso altri lidi. Cosa rimane per la piccola clientela? Le casse di risparmio ancora in piedi e il sistema delle Bcc. Loro non hanno quotazioni di Borsa da controllare e rischi di scalate. Sono liberi di operare nell'interesse del territorio e di chi lo vive. Come una volta facevano tutte le banche.






  
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