CARENZA DI PERSONALE, RETTE ESORBITANTI, LA LATITANZA DELLA REGIONE, IL RISCHIO DI SCIVOLAMENTO VERSO IL MODELLO LOMBARDIA... SERVE ALTRO PER ESSERE PESSIMISTI?

A Benevagienna il pre-congresso dei Pensionati Cisl fossanesi ha coinvolto nel dibattito Paolo Tallone (Confcooperative), Silvio Invernelli (Ass. Case di Riposo), Monica Canalis (Consigliere Regionale PD) e Giampiero Piola (Pres. CdA Monviso Solidale)


Il primo punto è già l'ostacolo più grande verso il cambiamento da tanti ipotizzato. Mancano infermieri ed oss. E non da oggi. La lunga pandemia ha ulteriormente aggravato la situazione con tanto personale sanitario che ha risposto ai concorsi delle Asl lasciando il posto di lavoro nelle strutture per anziani. Ed ora? Da un lato si immagina un futuro sostenibile tra bilanci e persone (sostenibilità economica vs sostenibilità sociale) dall'altra si torna sempre a fare i conti con progetti ai quali per dare gambe davvero servirebbero oss ed infermieri nelle strutture e sul territorio dove si ipotizza di implementare i servizi per garantire intere vallate dallo spopolamento. Il dibattito svoltosi a Benevagienna nella Sala dei Nobili venerdì scorso 5 novembre e promosso dai Pensionati Cisl fossanesi ha visto i contributi di Paolo Tallone (Confcooperative), Silvio Invernelli (Pres. Associazione Case di Riposo), Monica Canalis (Consigliere Regionale PD) e Giampiero Piola (Presidente Cda Monviso Solidale). Per la Cisl al tavolo dei relatori, Angelo Vero. In platea a seguire i lavori, tra gli altri Matteo Galleano (segretario generale Pensionati Cisl cuneesi) e Lina Simonetti (segretario provinciale Pensionati Cisl cuneeesi). Due ore di confronto aperto da Gerri Mirra (responsabile fossanese dei Pensionati Cisl) e dal saluto del sindaco di Benevagienna Claudio Ambrogio. Il Pnrr offre denari a pioggia ma il punto dal quale partire è la formazione di nuovo personale sanitario per alimentare tutti i progetti dei quali si sta parlando. Dalle case di comunità alle rsa aperte ed immaginate come centri di servizio alla persona. Dall'idea oggi predominate di curare al proprio domicilio chi è ancora autosufficiente. "Siamo oggi ancora prigionieri - analizza Tallone - di una normativa regionale troppo ingessata. Non esistono solo autosufficienti o non-autosufficienti le sfumature sono molteplici e i servizi socio-sanitari ed assistenziali dovrebbero essere adeguati". Sulla dimensione ideale delle rsa poi i relatori non hanno dubbi "Il nostro modello è ideale e socialmente essenziale. Sono strutture nella comunità. Ipotizzare un modello lombardo con mega strutture e grandi player internazionali a gestirle non ci va bene. Lì sarebbe il profitto l'unico obiettivo a discapito di lavoratori ed utenti". Tutti d'accordo dunque nel difendere una tradizione ed un modello fatto di piccole gestioni e piccole strutture sempre in equilibrio tra sostenibilità economica e sociale. Per garantire il sistema migliorandolo ed innovandolo servono però oss ed infermieri. Altrimenti i progetti resteranno carta. Con o senza i soldi del pnrr.






  
Elenco NewsCalendario Iniziative  Inizio Paginas
Home Page