OCCUPAZIONE, NUOVA FRENATA. LA PRIMA DEL 2019.

Crollano i contratti a tempo indeterminato (-44mila) leggermente compensati dalla crescita delle partite iva (+28mila)


I dati sono riferiti a luglio scorso. Il mercato del lavoro italiano avverte ufficialmente i venti della crisi economica che ha già investito la locomotiva Germania. Per la prima volta nel corso del 2019 i dati Istat ci parlano di diminuzione degli occupati dopo 6 mesi di costante crescita. Calano drasticamente i contratti di dipendenza a tempo indeterminato compensati per il 60% dall'apertura di nuove partite Iva. Ma l'apertura di nuove partite Iva sappiamo essere un dato non sempre da leggere positivamente. Vi è poi da registrare una riduzione, nonostante il mese di luglio sia sempre stato tipicamente indicato per i lavori temporanei, dei contratti a termine (-2mila unità). Il tasso di disoccupazione complessivo arriva al 9,9% sfiorando la quota psicologica del 10%. Dietro l'Italia come percentuale di disoccupati ci sono solo Spagna (13,9%) e Grecia (17,2%). Restiamo indietro di 2 punti percentuali rispetto alla media europea che non arriva all'8%. Guardando invece agli effetti del decreto dignità voluto dall'Esecutivo precedente composto da Lega e M5S, possiamo dire che su base annua sono cresciuti i contratti a tempo indeterminato e dunque uno degli obiettivi del decreto è stato raggiunto. Occorre però ora, e non è il decreto dignità che può agire in questo senso, dare fiato all'economia con provvedimenti che incentivino investimenti e crescita. Altrimenti tanti contratti a termine trascorsi 12 mesi non vengono rinnovati e/o stabilizzati.






  
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